Il mio nemico

E adesso il treno correva lungo la costa orientale della Sicilia, verso la stazione di Taormina, e poi ancora Giarre e da lì, in lontananza, si scorgeva appena vicino al mare la sua casa di Torre. Casa sua era ancora lì, e si stupì nell’accorgersi che in realtà era tutto uguale, pareva che non fosse successo niente, tutto come lo aveva lasciato. Il tempo non era trascorso in quell’angolo di mondo ma aveva preferito assopirsi nell’attesa del suo ritorno. E lui era tornato, ma non riusciva a gioirne fino in fondo.

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Catania nella memoria

Catania è una città che sento forte come una madre, tiranna, gelosa, possessiva, avara e generosa. Catania, imponente e brontolona è ancor oggi una parola che navigava lungo la rotta di quella speranza che colma la distanza tra l’illusione e la mia nera (per via della lava) e antica città (per via della sua storia) e di certo mai vecchia.

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Agata

Agata è una donna crudele, cinica e ambiziosa, appartiene a una famiglia di commercianti arricchiti e sposa il timido Fabrizio, ultimo rampollo di una antica famiglia nobile, affogata nei debiti.
Fabrizio è anche un brillante scienziato, microbiologo, impegnato nel campo della ingegneria genetica.
La vicenda si svolge in uno splendido palazzo barocco nel centro di Catania sul finire degli anni ’60 e descrive, tra l’altro, lo “sboom” che colpì la città, che si era precedentemente meritata l’appellativo di “Milano del Sud”, mandando in rovina molti ricchi impresari agricoli che si erano improvvisati industriali. C’è qualche riferimento agli ambienti, gli usi e i costumi degli agrumicoltori siciliani; descrive, inoltre, la nascita e l’evolversi della grande distribuzione commerciale e il mondo degli affari più o meno leciti di quegli anni, l’ambiente della ricerca scientifica internazionale, i temi attualissimi della ingegneria genetica e della bioetica e gli intrighi del mondo universitario.

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La Maffia polisemica

La prima volta che viene usata la parola mafia è quasi sicuramente nel 1658, in un atto ufficiale che conteneva l’elenco degli eretici riconciliati dall’Atto di fede: tra di essi vi era una magara, e cioè la strega Catarina La Licatisa nomata ancor Maffia; la parola significava audacia e arroganza.
La parola Maffia, con due f, comunque non era di uso frequente e viene acquisita nel dialetto palermitano solo alla fine del 1800, indicando, pensate un po’, soprattutto bellezza, orgoglio, perfezione ed eccellenza.

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Nelle trincee del mare

Quando partì per le armi indossò la divisa della Regia Marina, il suo fascino risplendeva con l’ausilio della divisa e lo rendeva un dio agli occhi della madre; quell’immagine di gioventù sfolgorante la aiutò a superare il dolore della separazione e la preoccupazione per la guerra. Lei pregava tanto poiché era certa, senza alcuna ombra di dubbio, che pregando non potesse mai accadere nulla di male al figlio, era una certezza incrollabile anche di fronte alle cattive notizie che trapelavano nonostante la fortissima propaganda.

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Libertà di una vita tutta mia

Qualche giorno fa in un suo post ho letto che una delle sue insegnanti ai tempi della scuola le aveva detto che non era capace di mettere una parola dietro ‘altra. Mi viene da ridere pensandoci su. Anch’io avevo problemi a scuola nel fare i temi, avevo proprio quel problema lì, non sapevo mettere una parola dietro ‘altra. Risultato è che noi siamo diventate due abili “scrittrici”.  Anche Einstein andava male a scuola!

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Trilogia a 4 zampe

Quando Ivana si lascia andare all’immaginazione e comincia a “dialogare” coi fiori, ella apre a tutti noi le nuove porte magiche di fantasia, ella rivela un simbolismo… inaspettato e fuori dagli schemi, che rimane celato anche ai più attenti osservatori.
Come se si trovasse a tu per tu con esseri simili a lei, Ivana riesce a stabilire un “contatto” personale con questi raffinati “abitanti” della terra che rendono la nostra vita più bella: più degna di essere vissuta.
Con il potere della sua osservazione e mediante una magica, sincrona vibrazione, una vibrazione all’unisono, la poetessa Ivana ed i fiori si incontrano, sussurrandosi a vicenda un “discorso” privilegiato, incantevole e segreto.

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La vita dei fiori

Quando Ivana si lascia andare all’immaginazione e comincia a “dialogare” coi fiori, ella apre a tutti noi le nuove porte magiche di fantasia, ella rivela un simbolismo… inaspettato e fuori dagli schemi, che rimane celato anche ai più attenti osservatori.
Come se si trovasse a tu per tu con esseri simili a lei, Ivana riesce a stabilire un “contatto” personale con questi raffinati “abitanti” della terra che rendono la nostra vita più bella: più degna di essere vissuta.
Con il potere della sua osservazione e mediante una magica, sincrona vibrazione, una vibrazione all’unisono, la poetessa Ivana ed i fiori si incontrano, sussurrandosi a vicenda un “discorso” privilegiato, incantevole e segreto.

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