Il giallo dell’anima

Lo dice chiaramente Schopenhauer: «Deve vivere in eterno per soffrire in eterno, quel povero diavolo creato dal nulla, che avrebbe, per lo meno, diritto al suo nulla originario… e se poi ci mettiamo anche le altre dottrine di Agostino, che tutto ciò era stato stabilito in precedenza dalla predestinazione e non dal libero arbitrio, a questo punto non sappiamo più che cosa dire».
Ripetiamo qui la frase del filosofo Hans Jonas, riportata nel saggio Il concetto di Dio dopo Auschwitz: «Ormai si deve rinunciare o all’idea della benevolenza divina o a quella della sua onnipotenza. Se Dio è onnipotente, non è completamente buono, e viceversa».

Queste considerazioni, da sempre, costituiscono un “giallo”: perché le domande dell’Uomo sull’origine del Cosmo e sul motivo della propria esistenza sono antiche quanto l’uomo stesso, rappresentando quindi il primo “giallo” in assoluto che (ancora) si tenta di risolvere. Al contrario delle rispettive “evoluzioni” che sono frutto di recenti scoperte scientifiche (ancora non conclusesi).
Ciò fornisce all’Autore lo spunto per iniziare un percorso di speculazione filosofica che lo condurrà , con gradualità e per esclusione, a elaborare e proporre una nuova teoria metafisica, una Teologia Naturale “scientificamente supportabile” (neurofilosofia).

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Dare tempo al tempo

Ed è così che vivo…
nella penombra della sera insulsa
con la speranza che fantasmi insonni
diventino eclatanti apparizioni
perché d’amore vivo
che solo mi consente di vederti
e non poterti avere
mentre dentro s’acquieta il desiderio
dei miei ruggenti sensi
e gli occhi chiudo sorridendo muto
con la certezza almeno
che vivi in altro luogo
e forse sogni il mio sognare vano.

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Il gabbiano e la luna

«Gli alberi del viale erano pieni di fogliame nuovo, erano tornati alla vita dopo il freddo dell’inverno. Era la luce a dare quei colori così particolari. La stessa luce del sole che quella lontana mattina aveva fatto risaltare ancor di più i suoi occhi. Erano grandi e distesi sul volto, perduto tra i ricordi dell’ormai trascorsa notte, che era stata radiosa».

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Al giungere della nave Omaggio a Kahlil Gibran

Nessuno può rivelarvi alcunché, eccetto ciò che già riposa semiaddormentato alle radici del vostro sapere. Il maestro che passeggia coi suoi discepoli all’ombra del tempio non elargisce la sua conoscenza, piuttosto la sua fede e la sua amorevolezza. Se è veramente saggio, egli non vi impone di entrare nella dimora della sua saggezza ma vi guida alla soglia della vostra stessa mente.
Kahlil Gibran

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