L’amore nel tempo di un dimenticato giorno

La poesia del Cristaldi è caratterizzata dalla semplicità del linguaggio a cui si unisce una omogeneità dei temi e dei soggetti messi in atto. Attraverso un repertorio di figure retoriche e immagini che potremmo definire “classiche”, l’autore ci narra ciò che per lui è l’amore.

Voglio ammalarmi di te
che per me sei malattia
incurabile
agonizzante

Voglio ammalarmi di te
finché medicina
non ci separi.

12.00

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Dettagli del Libro

Pages

93

Publisher

Akkuaria

Language

Italiano

ISBN

978-88-6328-366-2

Released

Gennaio 2021

Formato

Cartaceo

Nota sull'autore

Ciccio Cristaldi

Ciccio Cristaldi

Sono nato a Catania il 5 maggio del 1996. Con me nascono pure un fratello e una sorella. Il chiasso, la compagnia sono stati sempre una costante nella mia vita. Da piccolo, mentre i miei coetanei amavano la PlayStation e i cartoni animati in tivù, io sognavo di realizzare progetti imprenditoriali e idee nuove per rivoluzionare il mercato.
Adesso studio economia marketing manage-ment internazionale a Roma, e cucino sushi per conquistare un cuore o per soddisfare l’appetito di qualche amico. Amo le donne e sono facile alla commozione.
E sì lo dico: commuovermi è il mio forte!
Forse è stata proprio questa predisposizione alla commozione ad avermi portato dritto dritto verso la poesia.
Mi piace viaggiare, conoscere e confrontarmi con culture e tradizioni diverse. Ma, soprattutto, mi piace il Negroni sbagliato, e Quattro giorni insieme di Checco Loi e Massimo Altomare. Per finire, mi piacerebbe realizzare un progetto dove poter coniugare il verso al gusto, la mente al palato. Chissà?

Il demone di raccontare e di raccontarsi lo ha accompagnato per troppo tempo, lo ha pressato fino a condurlo alla poesia, alla sintesi del verso, alla sua forza espressiva.
La poesia di Ciccio è un impasto di ossimori; dolori e gioie si alternano e, perché no, si sfidano nel pentagramma delle sue passioni, dei suoi tormenti, dei suoi dubbi.
È una poesia che ci fa voltare indietro nel tempo, è romantica, merlettata e odora di cipria e di essenze piccanti.
E verrebbe da dire che è strano, perché Ciccio appartiene alla generazione della velocità, del digitale, quella che non ama le esperienze in profondità, ma il movimento in superficie.
Appartiene alla generazione omologata, quella del consumo massificato, quella che ignora la forza del verso che racconta l’amore di Cyrano per Rossana. Ed è per questo che leggendo le poesie di Ciccio fiorisce dentro di me la convinzione che la poesia continua a essere l’unica barricata contro le barbarie.