Maria Serrentino nasce a Pachino (Siracusa) dove trascorre la sua prima infanzia. Nel ’58 con la famiglia si trasferisce a Siracusa, città alla quale è profondamente legata e dove tuttora vive. Si laurea in lettere a Catania e svolge la professione di insegnante. Coltiva sin da piccola la passione per la poesia e per il teatro, componendo poesie e commedie in dialetto siciliano che mette in scena interpretandole lei stessa con una compagnia amatoriale, riscuotendo parecchi consensi.
Pubblica nel 2012 un primo volume di opere dialettali, dal titolo C’era una volta in via Tommaseo…
Partecipa nel 2013 al concorso internazionale Premio teatrale Angelo Musco, indetto dall’Accademia Internazionale il Convivio e vince il primo premio assoluto con la commedia “A.A.A. Badante cercasi”.
Nel 2014, partecipa al medesimo concorso e riceve una segnalazione di merito con Due angeli di serie C.
Nel 2015 vince il secondo premio con Il canto di Aida «dove le tematiche dominanti sono, non solo il protagonismo individualista e la conseguente perdita del senso della comunità, ma anche il ribaltamento del rapporto tra finzione e realtà, in cui la prima, riflessa sullo specchio della psiche umana, diviene strutturante delle relazioni sociali» (A. Arangio, 2012).
Il 6 febbraio 2015, partecipa al Concorso letterario nazionale Salva la tua lingua locale, indetto dall’UNPLI (Unione Pro loco d’Italia) e vince il primo premio con il volume C’era una volta in via Tommaseo… Per la cerimonia di premiazione in Campidoglio, tra i componenti della commissione erano presenti: il linguista prof. Tullio De Mauro (Presidente Onorario) e il saggista scrittore Franco Loi.
Nel 2015 partecipa al concorso per la poesia dialettale Premio Terra d’Agavi 2015 e ottiene il secondo premio con le poesie ‘A petra” e ‘U mari nostru.
Nel 2016 riceve una menzione d’onore per la Poesia dialettale con ‘N jornu di festa.
Nello stesso anno per il teatro inedito, riceve segnalazione di merito con il testo teatrale Liberté, Egalité e soprattutto Fraternité, dove la drammaticità delle situazioni riesce a far sorridere. Nel dicembre dello stesso anno partecipa al concorso “Efesto” ottenendo il terzo premio con Il giuramento di Ippocrate.
L’autrice affronta nei suoi lavori tematiche sociali, quali: il problema dell’individualismo, dell’incomunicabilità, della solitudine, dell’ipocrisia anche nella cerchia affettiva più ristretta, della disabilità, della mala sanità, del difficile problema dell’integrazione degli immigrati.
Il dialetto utilizzato dalla scrittrice è il siracusano che assieme al catanese costituisce il dialetto siciliano non metafonetico sud-orientale.