Il film di carta

No. Non c’è nessun bisogno di un nuovo manuale di sceneggiatura; semplicemente perché non si può insegnare a scrivere una buona sceneggiatura.
Ecco! – penserete – La prima contraddizione: dieci righe sopra ha detto che bisogna imparare; adesso dice che non si può insegnare.
Anche in questo avete assolutamente ragione.

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Dettagli del Libro

Pages

214

Publisher

Akkuaria

Language

Italiano

ISBN

978-88-6328-487-4

Released

maggio 2025

Formato

Cartaceo

Nota sull'autore

Fabio Manfrè

Fabio Manfrè

Fabio Manfré nasce a Siracusa l’1 novembre 1968. Fin da giovanissimo dimostra una grande passione per le arti visive e narrative: scrittura, fotografia, teatro e, soprattutto, cinema diventano presto i suoi linguaggi preferiti. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Messina, prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Catania, nella scuola di Scenografia, dove inizia anche a muovere i primi passi come filmmaker indipendente.
I suoi primi esperimenti cinematografici risalgono ai primi anni ’80, quando, armato di una vecchia cinepresa Super 8, realizza i suoi primi cortometraggi, tra cui Day in Town e Storia di una bicicletta. A soli diciassette anni scrive la sua prima sceneggiatura per un lungometraggio, La mezza mela, che nel 1988 si aggiudica il secondo premio al Festival Efebo d’Oro di Agrigento.
Negli anni successivi si dedica anche all’insegnamento e alla formazione, curando corsi di sceneggiatura, regia, fotografia e recitazione.
Nel 1991 partecipa al Festival internazionale Taormina Arte collaborando con l’artista Vito Acconci alla realizzazione della video-installazione Telebodies. È in quegli anni che fonda, insieme ad altri videomaker, il collettivo Lavori in corso, con cui realizza video sperimentali, installazioni artistiche e spot per enti pubblici, come quelli commissionati dalla Regione Sicilia nel 1992.

Nel 1996 si cimenta nella regia teatrale dirigendo il musical West Side Story, mentre l’anno successivo firma sceneggiatura e regia del mediometraggio Prima di Notte, interpretato tra gli altri Mimmo Mignemi ed Evelyn Famà, presentato al Festival internazionale Sacher Film di Roma. In quegli stessi anni si forma ulteriormente partecipando ai laboratori romani di sceneggiatura condotti, tra gli altri, da Andrea Camilleri e Ugo Pirro.
Nel 2013 è co-autore del romanzo storico In territorio nemico, pubblicato da Minimum Fax. Oltre a proseguire l’attività didattica in ambito cinematografico, nel 2022 fonda insieme ai figli Beatrice e Leonardo la casa di produzione indipendente Tokfilms Group. Con questa nuova realtà, ricopre il ruolo di produttore esecutivo, autore e regista, firmando e producendo numerosi cortometraggi, tra cui Anthitesis, Per un pugno di arance, Truth Out, La Prova, Blank generation e il lungometraggio Come il sale nell’acqua, interpretato da Plinio Milazzo, Camillo Mascolino, Evelyn Famà, Tommaso Scibilia e per la prima volta sullo schermo Samuele Lombardo e Daria Giubilante. L'opera ha ricevuto riconoscimenti in vari festival italiani e internazionali.

Ci sono libri che insegnano. Altri che raccontano.
E poi ci sono libri come questo, capaci di fare entrambe le cose con naturalezza, senza mai ostentare il loro intento, senza mai imporre regole o dogmi. Libri che si lasciano leggere con la leggerezza di una conversazione tra amici, ma che allo stesso tempo sanno lasciare un segno profondo.

Il film di carta è molto più di un manuale di sceneg-giatura: è un viaggio umano, sincero e appassionato, che si snoda tra esperienze vissute, incontri determinanti, errori compiuti e intuizioni improvvise. È un racconto fatto di carne e pensiero, di vita quotidiana e di set cinematografici, di sogni coltivati nel silenzio e di lezioni apprese nei momenti più inaspettati. Le sue pagine parlano anche quando tacciono, perché quello che trasmette va oltre la semplice tecnica: è un modo di vedere e sentire il mondo.

Fabio Manfré ci guida in questo percorso con uno stile diretto, ironico, familiare e carico di umanità, regalandoci pagine dense di spunti, aneddoti, riflessioni, ricordi, domande e lampi di verità. La sua voce non pretende mai di avere tutte le risposte, ma riesce a farci riflettere, a farci fermare, a guardarci dentro.