Ci sono libri che insegnano. Altri che raccontano.
E poi ci sono libri come questo, capaci di fare entrambe le cose con naturalezza, senza mai ostentare il loro intento, senza mai imporre regole o dogmi. Libri che si lasciano leggere con la leggerezza di una conversazione tra amici, ma che allo stesso tempo sanno lasciare un segno profondo.
Il film di carta è molto più di un manuale di sceneg-giatura: è un viaggio umano, sincero e appassionato, che si snoda tra esperienze vissute, incontri determinanti, errori compiuti e intuizioni improvvise. È un racconto fatto di carne e pensiero, di vita quotidiana e di set cinematografici, di sogni coltivati nel silenzio e di lezioni apprese nei momenti più inaspettati. Le sue pagine parlano anche quando tacciono, perché quello che trasmette va oltre la semplice tecnica: è un modo di vedere e sentire il mondo.
Fabio Manfré ci guida in questo percorso con uno stile diretto, ironico, familiare e carico di umanità, regalandoci pagine dense di spunti, aneddoti, riflessioni, ricordi, domande e lampi di verità. La sua voce non pretende mai di avere tutte le risposte, ma riesce a farci riflettere, a farci fermare, a guardarci dentro.




